Brunelleschi - Professional Solutions Lispirazione, i valori Estratti dalla Vita di Filippo Brunelleschi, Vasari
Il carattere
Molti sono creati dalla natura piccoli di persona e di fattezze, che hanno l'animo pieno di tanta grandezza ed il cuore di sì smisurata terribilità, che se non cominciano cose difficili e quasi impossibili e quelle non rendono finite mai non danno requie alla vita loro.
I valori e la visione
(Filippo Brunelleschi) nel giudizio era netto di passione; e, dove e' vedeva il valore degli altrui meriti, deponeva l'util suo e l'interesse degli amici. Non spese mai il tempo in vano, che o per sé o per l'opera d'altri nelle altrui necessità non s'affaticasse.
Filippo aveva in sé due concetti grandissimi: l'uno era il tornare a luce la buona architettura; l'altro di trovar modo a voltar la cupola di Santa Maria del Fiore di Fiorenza.
Il briefing
Fu fatta una ragugnata di architettori e di ingegneri sopra il modo di voltar la cupola, dagli operai di Santa Maria del Fiore e da' Consoli dell'Arte della Lana. Dissono a Filippo tutte le difficoltà che facevano i maestri. Per il che Filippo disse queste parole: Signori operai, e' non è dubbio che le cose grandi hanno sempre nel condursi difficultà; e se niuna n'ebbe mai, questa vostra l'ha maggiore che voi per ventura non avvisate. Ma che posso io in questo caso giovarvi, non essendo mia l'opera? Bene vi dico, che se ella toccasse a me, risolutissimamente mi basterebbe l'animo di trovare il modo che ella si volterebbe senza tante difficoltà. Ma sarete forzati non solo a fare esperimento di me, ma a spendere e ad ordinare che vengano architettori non solo toscani e italiani, ma tedeschi e francesi e d'ogni nazione e proporre loro questo lavoro, acciocché si dia a colui che più dirittamente darà nel segno, o avrà miglior modo o giudizio per fare tal opera.
La gara
Venuto l'anno 1420, furono ragunati in Fiorenza tutti questi maestri oltramontani, e così quelli della Toscana nell'Opera di Santa Maria del Fiore, presenti i consoli e gli operai, insieme con una scelta dei cittadini i più ingegnosi. Udirono l'animo di tutti. E fu cosa bella il sentir le strane e diverse opinioni. Solo Filippo disse che si poteva voltarla senza tanti legni e senza pilastri o terra, con assai minor spesa di tanti archi e facilissimamente senza armadura. Parve a' consoli e agli operai e a tutti quei cittadini che Filippo aveva detto una cosa da sciocchi; e se ne feciono beffe.
Filippo propose questo a' maestri e forestieri e terrazzani, che chi fermasse in sur un marmo piano un uovo ritto, quello facesse la cupola, ché quivi si vedrebbe l'ingegno loro. Tolto dunque un uovo, tutti que' maestri si provarono per farlo star ritto, ma nessuno trovò il modo. Onde Filippo con grazia lo prese, e datogli un colpo del culo in sul piano del marmo, lo fece star ritto. E così fu risoluto ch'egli avesse carico di condurre quest'opera e dettogli che ne informasse meglio i consoli e gli operai.
La proposta
Andatosene dunque a casa, in sur un foglio scrisse l'animo suo più apertamente che poteva, per darlo al magistrato, in questa forma: Considerato le difficoltà di questa fabbrica, trovo che non si può per nessun modo volgerla tonda perfetta. Però mi risolvo girar di dentro questa volta a spicchi e darle la misura e il sesto del quarto acuto Murinsi le cupole senza armadure per sino a braccia trenta; e da indi in su, in quel modo che sarà consigliato per que' maestri che l'avranno a murare; perché la pratica insegna quel che si ha a seguire.
L'assegnazione del progetto
Tiratisi da parte i consoli, consultarono di dargliene, ma che avrebbono voluto vedere un poco di esperienza come si poteva volger questa volta senza armatura. Avendo Filippo fatto voltar senza armatura quella cappella in Santa Felicita che è nello entrare in chiesa a man ritta, e similmente in quei dì ne fece voltare un'altra in San Iacopo sopr'Arno: le quali furono cagione che gli fu dato più credito che alle parole. E così assicurati i consoli e gli operai per lo scritto e per l'opera che avevano veduta, gli allogarono la cupola, facendolo capomastro principale per partito di fave.
Ma non gliene obbligarono se non braccia dodici di altezza, dicendogli che volevano vedere come riusciva l'opera; e che riuscendogli com'egli diceva loro, non mancherebbero fargli allogazione del resto. Pur, come disideroso di conseguire quella gloria, la prese e di condurla a fine perfettamente si obbligò.
Le politiche dei committenti
Mentre che si faceva le provvisioni per cominciare a murare si destò su una setta fra artigiani e cittadini, e dissono che si era corsa la cosa e che un lavoro simile a questo non doveva esser fatto per consiglio di un solo, e che però, per affrenare il furore di Flippo, era bene aggiugnergli un compagno. Era Lorenzo Ghiberti venuto in molto credito per aver già fatto esperienza del suo ingegno nelle porte di San Giovanni. Gli operai, scusatisi prima con Filippo, lo confortarono ad andare avanti, chè lo inventore ed autore di tal fabbrica era egli e non altri; ma tuttovolta fecero a Lorenzo lo stesso salario che a Filippo.
Il costo e gli sprechi
Destossi nell'animo di Filippo un pensiero di voler fare un modello; e così lo fece lavorare a un Bartolommeo legnaiuolo che stava dallo Studio. Ed in quello fece tutte le cose difficili.
Il che avendo inteso Lorenzo, diede ordine di farne un modello egli ancora.
De' quali modelli, quel di Filippo fu pagato lire cinquanta e soldi quindici; e a uscita di Lorenzo Ghiberti lire trecento per fatica e spesa fatta nel suo modello; causato ciò dal favore che egli aveva più che da utilità o bisogno che ne avesse la fabbrica.
Il Project Management
Così, dato ordine a far camminar la fabbrica, la seguitava con tanta obbedienza e con tanta accuratezza, che non si sarebbe murata una pietra, che non l'avesse voluta vedere. Faceva Filippo di continuo, per ogni minima cosa, disegni e modelli di castelli da murare ed edifizj da tirar pesi. I muratori inanimiti lavoravano gagliardamente; ma sollecitati da Filippo più che 'l solito, per alcuni rabbuffi avuti nel murare e per le cose che accadevano giornalmente, se lo erano recato a noia: onde, mossi da questo e da invidia, si strinsono insieme i capi facendo setta, e dicendo che era faticoso lavoro e di pericolo, che non volevon volgerla senza gran pagamento e cosí si sarebbono vendicati con Filippo e fatto utile non piccolo a loro. Dispiacque a gli operai questa cosa et a Filippo similmente; e pensatovi su, prese partito un sabato sera di licenziarli tutti. I quali, vistosi licenziare, non sapevono che fine avessi avere questa cosa, ma il lunedí seguente messe in opera Filippo dieci Lombardi, e con lo star quivi presente, dicendo: "Fa' qui cosí e fa' qua", gli instruí in un giorno tanto, ch'e' ci lavorarono molte settimane. Dall'altra parte i muratori, veggendosi licenziati e tolto il lavoro e fattoli quello scorno, non avendo lavori tanto utili quanto quello, messono mezzani a Filippo, che ritornerebbono volentieri, raccomandandosi quanto e' potevano. Cosí li tenne molti dí in su la corda del non gli voler pigliare, poi gli rimesse con minor salario, che eglino non avevono in prima; e cosí, dove pensarono avanzare, persono, e con il vendicarsi contro a Filippo, feciono danno e villania a loro. Erano già cresciuti con la fabbrica tanto alto, che era uno sconcio grandissimo, salito che uno vi era, inanzi si venisse in terra; e molto tempo perdevano i maestri nello andare a desinare e bere, che per il caldo il giorno pativano. Fu adunque trovato da Filippo ordine che si aprissero osterie nella cupola con le cucine, e vi si vendesse il vino, e cosí nessuno si partiva del lavoro se non la sera. Il che fu a loro commodità, et all'opera utilità grandissima. Era sí cresciuto l'animo a Filippo, vedendo l'opera camminar forte, e riuscire con felicità, che di continuo si affaticava; et egli stesso andava alle fornaci dove si spianavano i mattoni, e voleva vedere la terra et impastarla, e cotti che erano, gli voleva scerre di sua mano con somma diligenzia. E delle pietre a gli scarpellini guardava se vi era peli dentro, se eran dure, e dava loro i modelli delle avvignature e commettiture di legname e di cera, e cosí fatti di rape; e similmente faceva de' ferramenti a i fabbri. E trovò il modo de' gangheri co 'l capo e degli arpioni, e facilitò molto l'architettura, la quale certamente per lui si ridusse a quella perfezzione che forse ella non fu mai appresso a i Toscani.
Il Prodotto Finito
E si può dir certo che gli antichi non andorono mai tanto alto con le lor fabbriche, né si messono a un risico tanto grande che eglino volessino combattere co 'l cielo; come par veramente che ella combatta: veggendosi ella estollere in tanta altezza, che i monti intorno a Fiorenza paiono simili a lei. E, nel vero, pare che il cielo ne abbia invidia, che di continuo le saette tutto il giorno la percuotono, parendoli che la fama sua abbia quasi vinto l'altezza dell'aria.
Il Bilancio Consuntivo
Fu facetissimo nel suo ragionamento e molto arguto nelle risposte.
Finalmente divenuto già molto vecchio, a miglior vita n'andò sí nobilissimo spirito; il quale cosí come affaticandosi per lasciar tante memorie di sé, meritò in terra nome onorato, ragionevolmente credere si puote che su nel cielo abbia avuto luogo quieto.
Dolse infinitamente alla patria sua, che lo conobbe e lo stimò molto piú morto che non fece vivo; e fu sepellito con onoratissime esequie et onore in Santa Maria del Fiore.